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Sicurezza ed integrazione sociale, lotta alla criminalità


Commissione Sicurezza al campo della legalità dopo il raid intimidatorio

08/11/11 - Una seduta straordinaria in un luogo-chiave per la lotta all'inquinamento criminale della provincia di Latina, quella tenuta oggi a Borgo Sabotino dalla commissione Sicurezza e integrazione sociale, lotta alla criminalità, presieduta da Filiberto Zaratti (Sel).
I consiglieri si sono riuniti nel Villaggio della legalità, un campeggio sequestrato per abusivismo edilizio e recentemente affidato all'associazione "Libera". Durante il raid patito dalla struttura nella notte tra il 21 e il 22 ottobre, sono andati distrutti computer, impianti elettrici, amplificazioni, suppellettili. Le vetrate sono state distrutte a picconate, con danni complessivi per migliaia di euro. Un atto intimidatorio dal forte valore simbolico, visto che solo poche ore prima "Libera" aveva organizzato nel Villaggio un'iniziativa di successo sulla figura di don Cesare Boschin, prete ucciso a Borgo Montello (distante pochi chilometri) per aver denunciato traffici di rifiuti tossici nella locale discarica.
E altamente simbolica è stata anche la seduta odierna della commissione Sicurezza, alla quale hanno preso parte i consiglieri Claudio Moscardelli (Pd), Giuseppe Parroncini (Pd), Ivano Peduzzi (FdS), Giuseppe Rossodivita (Lista Bonino Pannella), il sindaco e il presidente del Consiglio comunale di Latina, l'assessore alla Cultura del Comune di Nettuno, rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Agesci, Azione Cattolica, associazioni culturali e sociali di Nettuno.

Padroni di casa, Antonio e Antimo Turri, padre e figlio, rispettivamente referente regionale di Libera Lazio e responsabile del coordinamento di Libera Latina. "Non vogliamo solo pacche sulla spalle, è tempo di un attivo coinvolgimento delle istituzioni, a partire dalla celere riattivazione delle attività del nostro Villaggio della Legalità, compromesse dalle ripetute e indegne minacce subite", hanno detto.
A questo proposito, il presidente Zaratti ha annunciato, a nome della Commissione, di aver chiesto al presidente del Consiglio regionale, Mario Abbruzzese, uno stanziamento straordinario per fare fronte ai danneggiamenti alla struttura.
Sulla stessa lunghezza d'onda il sindaco di Latina, Giovanni Di Giorgi: "Libera deve restare a Latina e anzi deve attirare qui a Borgo Sabotino le forze migliori dell'antimafia".

Il presidente Zaratti, che in mattinata ha incontrato prefetto e questore di Latina, nonché i vertici della Guardia di Finanza, ha commentato così i lavori: "Assistiamo a un salto di qualità della malavita sul nostro territorio, dall'infiltrazione al radicamento. Il confronto con le istituzioni e con le associazioni è per noi fondamentale per meglio formulare proposte concrete per arginare l'illegalità nella nostra regione. È importante capire chi abbiamo di fronte, che tipo di nemico dobbiamo fronteggiare; ed è chiaro che il malavitoso che oggi agisce nel basso Lazio è un boss in doppiopetto, diverso dagli archetipi del passato, che cerca di fare affari attraverso operazioni apparentemente legali. Ne è esempio questo camping in cui ci troviamo, frutto in realtà di un palese abuso edilizio".
"Cosa possono fare nell'immediato le istituzioni? - si è chiesto Zaratti -. Certamente invitiamo i Comuni a costituirsi sempre parte civile in procedimenti contro le mafie e chiediamo che a livello centrale non si azzerino o si riducano gli stanziamenti per il corretto funzionamento delle forze dell'ordine e di strutture di primaria importanza come la Dia".

Il consigliere Moscardelli ha elogiato "la battaglia che Libera sta portando coraggiosamente avanti nella provincia di Latina" e si è detto preoccupato "delle grosse difficoltà che vivono le forze dell'ordine sul territorio: mi parlano di una sola volante notturna, di scarsi fondi per pagare la benzina o gli straordinari agli agenti".

Il consigliere Rossodivita ha espresso "la vicinanza dei Radicali italiani a questa impresa che Libera sta conducendo", sottolineando che "non ci deve essere alcuna reticenza da parte delle istituzioni a chiamare le cose con il loro nome, e una cosa è certa: un abuso edilizio di tali dimensioni, che secondo le indagini sarebbe stato perpetrato da un autista e un pescatore, non può essere estraneo a processi criminali più ampi e radicati".

Il consigliere Parroncini si è soffermato sul valore simbolico dell'intimidazione: "E' il segnale che la cultura della legalità sta iniziando davvero a dare fastidio a qualcuno in questa area. Ora l'importante è non far calare l'attenzione su quanto accaduto. A partire da domani in Consiglio comunale, dove abbiamo presentato una mozione di solidarietà".

Mozione condivisa pienamente dal consigliere Peduzzi, che rilancia: "Non si può pensare di tenere separato il problema della criminalità organizzata da quello della criminalità comune, e le recenti indagini lo confermano. Si tratta dunque di essere perennemente in trincea, senza mai abbassare la guardia, ognuno sul proprio fronte di intervento".



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