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XII - Risorse umane, demanio, patrimonio, affari istituzionali, enti locali, tutela dei consumatori e semplificazione amministrativa


La "Riforma Brunetta" approda in Commissione Risorse umane

09/11/10 - La cosiddetta "Riforma Brunetta" è approdata stamane in Consiglio regionale del Lazio, nella Commissione Risorse umane, presieduta da Stefano Galetto (Pdl). L'assessore regionale Fabio Armeni ha infatti illustrato la proposta di legge n. 42 del 2010, che recepisce le norme introdotte dal decreto legislativo n.150 del 2009 in materia di "ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni".
"Si tratta del provvedimento chiave di quella che è stata denominata 'Riforma Brunetta' - ha detto Stefano Galetto - e che la Regione Lazio si accinge a recepire con questa proposta di legge che rilancia l'azione amministrativa attraverso 5 punti fondamentali: garantire un sistema di valutazione delle prestazioni lavorative che riconosca il merito; assicurare una migliore organizzazione del lavoro, incentivando la qualità delle prestazioni; incrementare la trasparenza amministrativa, anche mediante l'uso dei portali web degli enti pubblici; assicurare il corretto e continuo svolgimento delle attività d controllo interno; attivare il processo di delegiferazione e semplificazione legislativa. Prima di procedere all'esame dell'articolato per la sua approvazione - ha aggiunto Galetto - inviteremo in audizione i rappresentanti sindacali dei lavoratori pubblici per ascoltare le loro osservazioni. E' nostra intenzione trasmettere al più presto il testo all'Aula affinché possa diventare legge entro la fine dell'anno".

L'assessore regionale alle Risorse umane, demanio e patrimonio, Fabio Armeni, nel presentare il provvedimento alla commissione, ha parlato di "una rivoluzione innovativa che investirà la burocrazia regionale e che porterà notevoli vantaggi alla popolazione laziale in termini di qualità, maggiore efficienza, trasparenza e riduzione dei costi nella pubblica amministrazione. E' una sfida - ha aggiunto Armeni - che vede in prima linea i nostri dipendenti, ai quali verrà riconosciuto il merito e la giusta gratificazione. La legge, infatti, introduce sistemi di controllo, anche esterni, e meccanismi di premialità che antepongono il concetto di meritocrazia a qualsiasi altro criterio di valutazione".

Il vicepresidente di minoranza della commissione, Giuseppe Parroncini (Pd), pur condividendo gli obiettivi della legge e l'intento riformatorio delle norme proposte, ha tuttavia fatto notare "una contraddizione insita nel testo che rischia di provocare una competizione esasperata tra i dipendenti pubblici, che potrebbe sfociare in una sorta di 'darwinismo amministrativo'. Da un lato - ha spiegato Parroncini - si spinge il dipendente a migliorare la sua prestazione individuale attraverso i meccanismi di premialità legati a tre diverse fasce di merito, alta, intermedia e bassa; dall'altro però l'articolo 19 del decreto legislativo n.150 del 2009, recepito da questa proposta, fissa dei paletti insormontabili nella valutazione e nella conseguente attribuzione dei premi: il 50% delle risorse va ai bravi, che non possono essere più di un quarto del totale e l'altro 50% va agli intermedi, che non possono superare la metà di tutti i dipendenti. E' evidente che l'obiettivo di far diventare tutti più bravi diventa irraggiungibile".

[LS]




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