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II - Affari comunitari e internazionali


Persone scomparse, il triste record del Lazio

25/11/08 - E’ il Lazio la regione italiana con il maggior numero di casi di persone scomparse: i dati sono stati forniti questa mattina durante l’audizione della commissione Affari comunitari presieduta da Paola Brianti (Pd). All’audizione sono intervenuti i firmatari delle diverse proposte di legge sull’argomento, attualmente all’esame del Parlamento, Elisa Pozza Tasca, presidente nazionale dell’associazione Penelope che riunisce le famiglie delle persone scomparse e la presidente del comitato regionale del Lazio della stessa associazione, Natalina Orlandi, sorella di Emanuela, la ragazza scomparsa 25 anni fa a Roma e mai più ritrovata. All’audizione hanno assistito i consiglieri Mario Perilli e Antonio Zanon, entrambi del Pd.

Grazie al lavoro del commissario straordinario, un ufficio istituito dal ministro dell’Interno Giuliano Amato  nel corso della precedente legislatura, è stato finalmente possibile fare chiarezza sui numeri. L’ultima relazione del prefetto Rino Monaco indica in  6245 le persone scomparse nel Lazio a partire dal 1974 (anno in cui si è cominciato a contarle) e fino al 31 marzo 2008. Il numero è il risultato ottenuto sottraendo dal totale delle persone sparite, il numero di quelle che poi vengono ritrovate. Oltre seimila casi a fronte di un totale nazionale che al 31 gennaio del 2008 risultavano essere 23.545. Roma fa la parte maggiore in questa triste classifica con 5.420 persone svanite nel nulla.

Elisa Pozza Tasca ha sottolineato l’importanza della creazione della banca-dati, ricordando come all’esame del Parlamento si trovino diverse proposte di legge, di maggioranza e di opposizione per porre rimedio alla mancanza di coordinamento tra le varie istituzioni che intervengono in casi di scomparsa, per istituire un fondo economico e fornire sostegno psicologico e legale per le famiglie, e per creare una banca-dati del Dna e facilitare l’identificazione dei troppi cadaveri che giacciono senza nome negli obitori italiani. In quelli del Policlinico Gemelli e del Policlinico Casilino di Roma, alla data del 31 marzo scorso ce n’erano 50. Anche in questo caso il Lazio ha un triste record.

Intervenendo in audizione la senatrice Laura Bianconi (Pdl), l’onorevole Rosa Villecco Calipari (Pd) e il senatore Roberto Di Giovan Paolo (Pd), hanno presentato gli sforzi che si stanno compiendo per arrivare presto all’approvazione della legge (le proposte sono molto simili fra loro) su un tema che raccoglie maggioranze trasversali. “Noi lavoriamo affinché ci sia un testo base simile alla  Camera e al Senato – ha detto Laura Bianconi – Al Senato è già stata chiesta la sede deliberante per approvare il testo in commissione e  la stessa cosa si potrebbe fare alla Camera accelerando l’approvazione definitiva”. I parlamentari presenti hanno indicato concordemente il 2009 come l’anno nel quale si spera che la proposta diventi legge, per dare finalmente una risposta organica e unitaria ai troppi drammi vissuti dalle famiglie.

La necessità di cambiare mentalità con grande sensibilità è stata messa in luce da Natalina Orlandi, la quale ha riportato il caso di un uomo scomparso nell’estate del 2005 durante un’escursione in montagna, probabilmente per un incidente. La moglie chiese  subito che si utilizzasse la tecnologia satellitare per individuarlo, sfruttando il cellulare dell’uomo che era ancora carico, ma le venne risposto che era troppo oneroso. Questa persona non è mai stata trovata, nonostante l’impiego di molto personale della Forestale e dei Vigili del Fuoco. “E’ rimasta una donna sola con due figli: non riesce ad ottenere il certificato di assenza per il quale sono indispensabili annunci sui giornali, ma la famiglia è molto in difficoltà a trovare i 4000 euro necessari. In casi come questi non si può avere la pensione, non si può vendere un’auto intestata alla persona scomparsa. Una famiglia già in una grave situazione economica deve anche continuare a pagare bollo e assicurazione” ha raccontato Natalina Orlandi, riferendo alla Commissione anche le difficoltà incontrate per un altro caso che di recente è stato sulle cronache dei giornali romani. Si tratta di Francesco De Santis, l’uomo scomparso da Ostia qualche tempo fa. E’ stato più volte avvistato sui mezzi pubblici di Roma, ma non si è riusciti a ottenere dall’Atac di attaccare delle locandine con la sua foto  sugli autobus per facilitare l’immediata identificazione da parte di chi dovesse riconoscerlo.   

Ringraziando gli intervenuti all’audizione, riconoscendo il coraggio di quanti sono personalmente al centro di un dramma come questo e pure lavorano all’associazione Penelope, la presidente Brianti ha anche sottolineato come il problema sia non solo locale, ma anche nazionale ed europeo, ma come gli enti locali possano fare molto per lavorare in questo senso. “Questo – ha detto Carla Olivieri dell’Aiccre, sezione italiana del Consiglio dei Comuni e delle regioni d’Europa – è un dramma con tre attori: lo scomparso, la famiglia e il territorio con le sue istituzioni che possono fare molto per sostenere la famiglia e tenere desta l’attenzione sul fenomeno”.

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