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IX - Lavoro, pari opportunità, politiche giovanili e politiche sociali


Riforma dei consultori, audizione con D'Ubaldo (Laziosanità)

28/10/10 - "Che il concepito è già membro della famiglia lo può dire solo il Parlamento, perché altrimenti si andrebbe contro la legge 194 del 1978. Come credente posso aderire a una simile visione (votai pure contro la 194 al referendum), ma la Regione non può andare contro una legge dello Stato". Così il presidente di Laziosanità, l'Agenzia di sanità pubblica del Lazio, il senatore del Pd Lucio D'Ubaldo, nel corso dell'ennesima audizione in Commissione Lavoro, pari opportunità, politiche giovanili e politiche sociali, che si è svolta oggi sulla proposta di riforma dei consultori familiari della consigliera Olimpia Tarzia (Lista Polverini). La proposta di legge regionale all'esame della Commissione presieduta da Maurizio Perazzolo (Lista Polverini) all'articolo 1 tra l'altro recita che "La Regione riconosce il valore primario della famiglia, quale società fondata sul matrimonio e quale istituzione finalizzata al servizio della vita", e "tutela la vita nascente ed il figlio concepito come membro della famiglia".

D'Ubaldo si è detto d'accordo con la parte della proposta di legge Tarzia "laddove si immagina un'espansione delle competenze dei consultori" e ha poi lasciato la parola al direttore del Dipartimento di tutela della salute dell'Asp, Domenico Di Lallo, il quale ha illustrato ai membri della commissione la situazione dei consultori nel Lazio. Dalla relazione di Di Lallo sono emerse le carenze del servizio: 165 consultori, dovrebbero essercene uno ogni ventimila abitanti, in realtà il rapporto è di 0,6 consultori per ventimila abitanti e le esigenze sono cambiate molto da quando sono stati creati i consultori. Infatti, come ha riferito in commissione il dirigente di Laziosanità, il 40 per cento delle interruzioni di gravidanza nel Lazio sono richieste da donne straniere, provenienti da paesi a forte pressione migratoria. "I consultori sono strutture a bassa soglia d'accesso - ha spiegato Di Lallo - che erogano anche servizi di tipo sanitario classico come quello di ostetricia e di ginecologia, le vaccinazioni, ma non esiste un coordinamento adeguato con le strutture sanitarie e le carenze sono tante". Carenze sono state individuate anche nella disomogeneità dei modelli organizzativi, nel sistema informativo, nel personale. "Non tutti i consultori dispongono di un'ostetrica e di un assistente sociale a tempo pieno" - ha riferito Di Lallo - "e queste sono le due figure professionali fondamentali per tali strutture".

Mozione del Consiglio comunale di Ciampino

Oggi sono state ascoltate le assessore alle politiche sociali del comune di Ciampino, Emanuela Colella, del comune di Castel Gandolfo, Milvia Monachesi e di quello di Lanuvio, Dianora Grassi. Con sfumature diverse, tutte hanno espresso pareri contrari alla proposta Tarzia. L'assessora Colella ha letto il testo di una mozione recentemente approvata a maggioranza (venti a favore, un voto contrario) dal Consiglio comunale di Ciampino che "impegna il sindaco e l'Amministrazione comunale a trasmettere la presente delibera al Presidente della Regione Lazio e al Presidente del Consiglio regionale del Lazio, chiedendo il ritiro della proposta di legge di riforma dei consultori e un impegno della Giunta regionale ad adoperarsi nell'azione di rafforzamento degli attuali consultori".



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