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IX - Lavoro, pari opportunità, politiche giovanili e politiche sociali


Nati in Italia, a 18 anni diventano clandestini

12/02/09 - Nati e cresciuti in Italia, e magari pure assistiti dai servizi sociali italiani, allo scoccare del diciottesimo anno di età diventano dei veri e propri clandestini. E’ questo il paradosso di fronte al quale si è trovata oggi la Commissione Lavoro e Politiche sociali, presieduta da Peppe Mariani (Lista civica per il Lazio), chiamata a esaminare la proposta di modifica alla legge nazionale 286 del 1998 sulla disciplina dell’immigrazione presentata dal consigliere Augusto Battaglia (Pd). “Ci troviamo di fronte a una carenza legislativa - ha spiegato Mariani - I giovani figli di immigrati non regolarizzati rischiano di finire nei centri di identificazione ed espulsione, perché privi di permesso di soggiorno. Non avendo altra patria, restano nei centri, in attesa di un  rimpatrio che non potrà mai avvenire”.

“Nel corso delle azioni di verifica che stanno effettuando le forze dell’ordine nei campi rom– ha spiegato Battaglia -, vengono fermati ragazzi che non sono riusciti a ottenere il permesso di soggiorno, quindi diventano immigrati clandestini. Vanno nei centri, stanno lì per le pratiche di rimpatrio, ma non possono essere mandati da alcuna parte, perché sono nati in Italia, in molti casi provengono da famiglie che vivono nel nostro paese fin dagli anni Sessanta. Con questa deliberazione, il Consiglio regionale del Lazio può stimolare il Parlamento a porre fine a un’inutile violenza nei confronti di tanti giovani che di fatto sono italiani” . Di qui il parere favorevole alla proposta che il Consiglio regionale del Lazio dovrà approvare e inviare all’esame del Parlamento. “E’ un atto di civiltà” – ha voluto sottolineare Luisa Laurelli (Pd) - Si tratta di ragazzi sui quali lo Stato italiano ha investito in termini di inserimento scolastico, di assistenza sociale e sanitaria e che a diciotto anni finiscono nei CIE per l’espulsione verso il paese d’origine dei genitori che certo non è considerato tale dai loro figli”. Contrario al provvedimento il consigliere Antonio Luciani(An-Pdl), secondo il quale occorre innanzi tutto “trovare il modo di mettere in regola i genitori”. “Con questa proposta, noi per primi, come Regione Lazio, ci interessiamo a un problema di tutto il paese”, ha concluso il presidente Mariani.

Al termine della seduta si è svolta un’audizione sull’applicazione della recente legge regionale sui diritti dei cittadini immigrati (la 10/2008 del luglio scorso). Presenti l'assessore alle Politiche sociali, Anna Salome Coppotelli, la prima firmataria della legge regionale sui diritti degli immigrati, Anna Pizzo (Movimento per la Sinistra), l’assessore alle politiche sociali della Provincia di Roma, Claudio Cecchini, e il delegato alle politiche migratorie della Provincia di Frosinone, Franco Tanevini, si è discusso delle modalità d’attuazione dall’articolo 25 del provvedimento che prevede l’istituzione delle Assemblee provinciali dei cittadini stranieri immigrati.

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